Nel mondo della scienza, infatti, la matematica sembra essere il linguaggio che ci permette di descrivere la natura del reale nel modo più efficace e logico possibile. D'altro canto essa si distingue dalle lingue naturali (come l'italiano o l'inglese) in quanto possiede una logica interna che la accomuna piuttosto a un linguaggio informatico. Pur essendo grammaticalmente corretta, la frase "tutti i cani hanno quattro gambe, il mio tavolo ha quatro gambe, quindi il mio tavolo è un cane", non ci offre nessuna garanzia quanto alla sua logicità o congruenza con il reale. D'altro canto, la scorrettezza grammaticale della frase "Quelli che muoiono preghiamo Dio per loro" (Manzoni) non pregiudica la comprensibilità dell'enunciato. È possibile, quindi, infrangere le regole grammaticali senza incorrere nel controsenso, laddove un'infrazione delle regole matematiche avrà sempre conseguenze catastrofiche; se si ammette una proposizione matematica falsa , infatti, essa potrà poi venir usata per provare la validità di qualsiasi altra proposizione. Avendo espresso tale considerazione nel corso di una conferenza, Bertrand Russel fu sfidato da uno scettico a dimostrare come, partendo dal presupposto che 2 più 2 è uguale a 5, si potesse provare che egli e il papa erano la stessa persona. La risposta fu pronta: "Se 2 più 2 fa 5, allora 4 è 5; sottraendo 3, 1 è uguale a 2. Ora, poiché lei e il papa siete 2, lei e il papa siete 1!".
La matematica è quindi un linguaggio provvisto di una logica interna, la cui caratteristica più impressionante è il fatto che sembra in grado di descrivere il funzionamento del mondo reale, e non in modo episodico e approssimativo, bensì immancabilmente preciso. Tutte le scienze fondamentali - la fisica, la chimica e l'astronomia - sono scienze matematiche, e nel loro campo di osservazione non esistono fenomeni che non siano passibili di una descrizione matematica elegante oltre che appropriata. Questo non costituisce di per sé un fatto stupefacente: è possibile, infatti, che la realtà possa essere osservata attraverso lenti diverse e che noi ricorriamo alle lenti matematiche solo perché sono le uniche che possediamo. Resta comunque sorprendente la frequenza con cui fenomeni fisici di recente scoperta siano descritti con mirabile precisione da strutture matematiche esoteriche, inventate in tempi oscuri e remoti per puro amore di eleganza o di curiosità.
John D. Barrow - Cosmologo, Docente di Astronomia all'Università del Sussex