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lunedì 27 ottobre 2014

La nipote di Franco Chirico e la cricca catto-fascista del Codazzi | Una Caracas da bere: Ruben Zambrano e il Club de la Guardia

Quando ritornai a lavorare nel gennaio 2005, ripresi anche le uscite serali in quel di Caracas. Una Caracas da bere.
Il collega di uscite, Giuseppe Rinaldi, era ritornato dall'Italia più baldanzoso che mai. Baldanzoso è il termine adatto per uno sovrappeso che ami danzare la salsa e gli altri balli caraibici... Il bello è che se la cavava piuttosto bene.
Io ero debole e necessitavo ancora di riposo, ma avevo anche bisogno di vedere un po' di vita, dato che ero fresco reduce dal mondo dei morti, o degli spiriti, se preferite. 

Fortunatamente avevo ricominciato la scuola di mercoledì, per cui il fine settimana arrivò prima del solito. Giuseppe mi disse che era in contatto con Ruben Zambrano, l'insegnante di educazione motoria del Codazzi. Quel venerdì, infatti, si festeggiava il dia del maestro e a scuola ci fu il solito brindisi (non essendo riusciti a farmi fare fuori, mi festeggiavano, quegli infami...).  
Durante il brindisi Giuseppe Rinaldi e il prof di educazione fisica parlarono per del tempo. 
Quando ci vedemmo in serata, al solito bar di plaza Chacaito, Giuseppe mi disse che Ruben gli aveva scritto un messaggio. Il prof di motoria era in serie difficoltà: lo assediavano varie femmine e richiedeva il nostro intervento. Più che un messaggio pareva un Sos...
Come potevamo rifiutare?
Terminammo le nostre birre e ci mettemmo in viaggio. Destinazione: Club de la Guardia.
Raggiungemmo il nostro collega ancora incolume che ci presentò una intera comitiva di gente. Almeno tre figliole erano di mio gradimento.
Il Club de la Guardia era una sorta di dopolavoro dell'esercito venezuelano. Era distribuito su un'area abbastanza grande e si entrava solo per conoscenza. Non mi dispiaceva perché era per lo più all'aperto, semplice e popolare. La musica non era chiassosa, e pazienza se c'era solo musica locale. Era un luogo ideale per chi sapeva ballare i ritmi caraibici.
Il gruppo di Ruben era situato in una zona che terminava con un cortile. Sul muro di quel cortile era dipinto a lettere cubitali la scritta "Barinas linda!". Omaggio al luogo che ha dato i natali al presidente Chavez. Alcune amiche di Ruben mi fecero un corso accellerato di salsa venezuelana. Molto istruttivo, anche se sono stato un pessimo allievo.
Ad un certo punto della serata, me ne andai a fare un giro per il club. C'erano zone poco illuminate con cespugli e aiuole ed altri spazi coperti dove la gente ballava. Nel complesso dava l'idea di un luogo molto frequentato ma tranquillo. 
Durante il mio giro di ricognizione vidi, per la prima volta, la nipote di Franco Chirico. Era il 14 gennaio 2005. La vidi senza conoscerla e senza essere visto da lei che parlava animatamente con una ragazza della comitiva. Una di quelle che mi piacevano, per intenderci. Forse fu proprio per cercarla che vidi la nipote di Franco Chirico, massimo editore del Cammino Neocatecumenale e amico personale di Kiko Arguello, nonché capo-setta della comunità frequentata dai miei genitori. 

Franco Chirico e la setta neocatecumenale

Parlava la sciacquetta, in una zona poco illuminata, ma più precisamente impartiva istruzioni. Quella tipa dalla faccia slavata aveva 25 anni circa, gli occhiali e i capelli castani non molto lunghi, legati dietro con una piccola coda. Aveva lo stesso piglio della Greco (Anna Grazia, una fuorilegge a Caracas), ovvero lo stesso modo del cazzo di blaterare senza ascoltare. Odiosa solo a vedersi.
Quello del Club della Guardia è stato il primo di 3 incontri certi, che ho avuto con quella troia della nipote di Franco Chirico. ma non escludo di averla avuta tra i piedi in diverse altre occasioni, dal momento che aveva frequentato il Codazzi e abitava a due passi da casa mia...

sabato 2 agosto 2014

Icone pop | Kiko Arguello, pittore della madonna, leader e santino della setta dei neocatecumeni

Kiko Arguello era un pittore esistenzialista. Kiko Arguello, pur vivendo nella cattolicissima e fascistissima (a quei tempi) Spagna, si era dimenticato di Dio. 
Dio era molto adirato con Kiko Arguello. 
Dio era molto preoccupato per quella pecorella nera così sbiadita... 
Dio aveva perso da tempo la pazienza con Kiko Arguello, ed è risaputo quanto Dio possa diventare vendicativo e rancoroso quando perde la pazienza (a volte è peggio di un bambino viziato)...

Per fortuna un giorno Kiko Arguello si convertì. Smise di dipingere seguendo unicamente le sue emozioni (ammesso che ne abbia mai avute) e cominciò a seguire la parola (il verbo) dedicandosi all'apostolato e alla sua convinta diffusione. Fondò un movimento, anzi una vera e propria setta cattolica, quel Cammino Neocatecumenale che tanto fa parlare di sé, in realtà è solo un Opus Dei in chiave minore, ovvero alta manipolazione rivolta al ceto medio anziché alla finanza...

Oggi Kiko Arguello suona, canta e balla ed è a capo di una multinazionale del sacro che conta migliaia di fedeli in tutto il mondo. Inoltre è diventato un santino pop ante litteram (molto prima di accomodarsi alla destra del Padre) a cui i suoi seguaci rivolgono appassionate orazioni.

Kiko Arguello: da pittore sfigato a pittore della madonna!


In cammino, olio su tela - Gianluca Salvati - 1997

martedì 24 giugno 2014

Il seme della verità | J. Krishnamurti, discussioni con David Bohm | Franco Chirico principale editore per il Cammino Neocatecumenale

K. - Se si pianta un seme di verità, esso deve operare, crescere, funzionare, avere una sua vita.
B. - Molti milioni di persone probabilmente hanno letto o sentito quel che dite. Eppure sembra che gran parte di loro non abbia capito. Pensate che alla fine riusciranno tutti a vederlo?
K. - No, ma la cosa va avanti, essi se ne preoccupano, e si chiedono, “Cosa intende dire con ciò?”. Il seme funziona, cresce, non è morto. Potete dire il falso e anche quello opera.
B. - Sì, ma ora abbiamo una lotta fra i due e non possiamo prevederne l’esito; non possiamo essere sicuri del risultato.
K. - Avete piantato in me il seme: “La Verità è un terreno senza sentieri”. E ancora un altro seme è piantato nella mia coscienza: “Ecco la strada che porta alla verità, seguimi”. Uno è falso, uno è vero. Entrambi sono conficcati nella mia coscienza. Così avviene una lotta. Il vero e il falso operano entrambi, e se sono sufficientemente sensibile ciò crea più confusione, più miseria e molta sofferenza. Che accade se non fuggo da quella sofferenza?
B. - È chiaro quel che accadrà se non fuggite. Avrete l’energia per vedere ciò che è vero.

Verità e realtà, J. Krishnamurti discussione con David Bohm,
professore di fisica teorica all’Universita di Londra


Cammino Neocatecumenale - Franco Chirico: "Ecco la strada che porta alla verità, seguimi"