Cielo vivo
Non potrò lamentarmi
se non ho trovato quel che cercavo.
Vicino alle pietre senza succo e agli uccelli vuoti
non vedrò il lutto del sole con le creature in carne viva.
Ma andrò al primo paesaggio
di colpi, liquidi e rumori
che penetra un bambino appena nato
e dove ogni superficie è evitata,
per capire che quello che cerco avrà il suo centro
d'allegria
quando volerò mescolato all'amore e alle arene.
Lì non giunge la brina degli occhi spenti
né il muggito dell'albero assassinato dai bruchi.
Lì tutte le forme hanno intrecciate
una sola espressione frenetica di slancio.
Non puoi avanzare negli sciami di corolle
perché l'aria dissolve i tuoi denti di zucchero
né puoi accarezzare la fugace foglia della felce
senza provare lo stupore definitivo dell'avorio.
Là sotto le radici e nel midollo del vento
si comprende la verità delle cose equivocate,
il nuotatore di nickel che spia l'onda più fine
e la mandria di vacche notturne con rosse zampe di donna.
Non potrò lamentarmi
se non ho trovato quello che cercavo:
ma andrò al primo paesaggio d'umidità e di ululati
per comprendere che quello che cerco avrà il suo centro
d'allegria
quando volerò mescolato all'amore e alle arene.
Volo fresco di sempre sopra letti vuoti,
sopra gruppi di brezze e di barche arenate.
Passo vacillando la dura eternità fissa
e amore senz'alba. Amore. Amore visibile!
Cielo vivo, Federico Garcia Lorca
Bimbi e gallo, olio su tela - Enrico Cajati |