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sabato 19 ottobre 2013

The Catcher in the Rye - Il giovane Holden di J. D. Salinger | James Castle, il ragazzo di Elkton Hills

- Benissimo, - dissi. Ma il guaio era che non riuscivo a concentrarmi. Quasi tutto quello che mi venne in mente fu­rono quelle due suore che se ne andavano in giro a fare la questua con quei vecchi cestini di paglia mezzo rotti. Soprat­tutto quella con gli occhiali dalla montatura di metallo. E quel ragazzo che avevo conosciuto a Elkton Hills. C'era questo ra­gazzo, a Elkton Hills, si chiamava James Castle, che non volle ritrattare quello che aveva detto di quel pallone gonfiato di Phil Stabile. James Castle aveva detto di lui che era un pal­lone gonfiato, e uno degli sporchi amici di Stabile era andato a rifischiarglìelo. Allora Stabile, con altri sei o sette luridi ba­stardi, andò nella stanza di James Castle, entrò, chiuse a chiave quella maledetta porta e cercò di fargli ritirare quello che aveva detto, ma lui niente. Allora gli saltarono addosso. Non vi dico davvero quello che gli hanno fatto - è troppo rivoltante - ma lui non volle ritrattare lo stesso, il vecchio James Castle. E do­vevate vederlo. Era un piccoletto magro che pareva un soffio, con certi polsi sottili come fiammiferi. Andò a finire che invece di ritrattare quello che aveva detto si buttò dalla finestra. Io stavo alla doccia e via discorrendo, eppure lo sentii che piom­bava giù. Ma pensai che fosse caduta dalla finestra qualcosa, una radio, una scrivania, qualcosa, insomma, non un ragazzo né niente di simile. Poi sentii tutti che correvano per il corri­doio e per le scale, e allora mi misi la vestaglia e corsi giù an­ch'io, e là c'era il vecchio James Castle, là sugli scalini di pietra eccetera eccetera. Era morto, e c'erano denti e sangue dapper­tutto e nemmeno un cane che se la sentisse di andargli vicino. Aveva addosso quel maglione col collo alto che gli avevo pre­stato io. Quelli che stavano nella stanza con lui li espulsero e basta. Non finirono nemmeno in galera. 
Clandestino, tecnica mista su carta - Gianluca Salvati - Caracas febbraio 2005
Ma fu quasi tutto quello che mi riusci di pensare. Quelle due suore che avevo visto a colazione e quel James Castle che avevo conosciuto a Elkton Hills. Il buffo è che James Castle quasi non lo conoscevo nemmeno, se proprio volete saperlo. Era uno di quei tipi che stanno sempre zitti. Facevamo lo stesso corso di matematica, ma stava lontanissimo, dall'altra parte dell'aula, e non si alzava quasi mai per dire la lezione o per andare alla lavagna o roba del genere. Certi ragazzi, a scuola, non si alzano quasi mai per dire la lezione o per andare alla lavagna. Credo che l'unica volta che ci siamo parlati è stato quando mi ha chiesto se potevo prestargli il mio ma­glione col collo alto. E quando me l'ha chiesto per poco non ci restavo secco, tanto ero meravigliato eccetera eccetera. Mi ri­cordo che quando me l'ha chiesto stavo ai gabinetti a Iavarmi i denti. Mi disse che suo cugino veniva a prenderlo per fare una gita in macchina e via discorrendo. Non sapevo nemmeno che sapesse che avevo un maglione col collo alto. Di lui sa­pevo soltanto che all'appello il suo nome era subito prima del mio. Cabel R., Cabel W., Castle, Caulfield - me ne ricordo ancora. Se volete saperlo, quel maglione stavo per non prestar­glielo. Proprio perché non lo conoscevo tanto bene.
Il giovane Holden - The Catcher in the Rye, J. D. Salinger