giovedì 17 ottobre 2013

Parabola dello zero: i paradossi della storia | Willem de Kooning, Woman 1951

Uno degli affascinanti paradossi della storia è che per vedere ciò che abbiamo alle spalle dobbiamo guardare avanti, dedurre le cause da effetti sparsi qua e là, cogliere le somiglianze tra i discendenti per immaginare il volto dei progenitori. Come in questo caso. Seguiamo dunque lo sciame dei punti in una moltitudine di lingue e in un lungo arco di tempo, nella matematica ma non solo, e vediam­o se ci condurranno all'alveare.
In quanto suoni provenienti dal latino, dal greco, dal sanscrito e da altri idiomi, che in nuovi contesti linguistici tendevano a non esser più pronunciati, già a partire dal I secolo a.C. essi diventarono segni diacritici - tracce di nasali, ­gutturali e aspirate che a forza d'indebolirsi erano diventate mute, e sopravvivevano solo come punti, tratti e riccioli aggiunti ad altre lettere. I linguisti lo chiamano 'grado zero': suoni ormai esausti, utili quindi per segnare ­cambiamenti di fonemi più vigorosi. È forse una parabola ­acustica del ruolo di zero quale modificatore di valore? ­In ebraico le vocali -quando ci sono- hanno spesso l'aspett­o di punti posti sopra o sotto una lettera; aiutano i principianti a evitare le ambiguità (così come la loro as­senza le favorisce, un fatto dimostrato dalla tecnica d'interp­retazione in cui parole formate da consonanti sono lette come se contenessero vocali via via diverse, e celassero significati altrettanto numerosi).
Zero - Storia di una cifra, Robert Kaplan


Willem de Kooning, Woman 1951