lunedì 15 ottobre 2012

Il fattore umano, Graham Greene | Ben Nicholson, l'equilibrio formale

"Lei è con noi da poco, vero? Altrimenti saprebbe che lavoriamo ciascuno in una casella distinta, si, come in compartimenti stagni."
"Continuo a non capire."
"Già, l'ha detto anche prima. Ma capire non è poi così necessario, nel nostro mestiere. Vedo che le hanno dato la stanza Ben Nicholson."
"Cosa...?"
"Io sono nella Mirò. Belle queste litografie, vero? È stata un'idea mia, quella di metterci queste riproduzioni. Lady Hargreaves avrebbe voluto delle stampe con scene di caccia. Da abbinare ai fagiani."
"Non mi intendo di pittura moderna."
"Osservi quel Nicholson. Guardi che equilibrio formale: quadrati di colori diversi, eppure convivono così felicemente insieme. Senza cacofonie. Nicholson ha un occhio straordinario. Basterebbe cambiare anche un solo colore, o le dimensioni di uno dei quadrati, e non funzionerebbe più." Indicò un quadrato giallo. "Ecco la Sezione 6. Da ora in avanti, quello è il suo quadrato. Non si preoccupi dei quadrati blu e rosso. Basta che individui con sicurezza il nostro uomo, e che lo dica a me. Lei non ha nessuna responsabilità per quello che succede nei quadrati blu e rosso. Anzi, nemmeno per quel che avviene nel quadrato giallo: lei si limita a riferire. Niente rimorsi di coscienza. Niente sensi di colpa."
"Non c'è rapporto tra un'azione e le sue conseguenze: è questo che mi sta dicendo?"

Volto grigio, collage su cartone 2008 - Gianluca Salvati
"Le conseguenze vengono decise altrove, Daintry. E non deve prendere troppo sul serio la conversazione di stasera: a C. piace lanciare in aria un'idea per vedere come cade. Gli piace scandalizzare la gente. Come con la storia dei cannibali. A quel che ne so, il colpevole, se un colpevole esiste, sarà consegnato alla polizia nella maniera più tradizionale. Non c'è da perderci il sonno. Cerchi soltanto di capire il quadro di Nicholson, in particolare il quadrato giallo. Se solo riuscisse a vederlo coi miei occhi, stanotte si farebbe una bella dormita."
Il fattore umano, Graham Greene