venerdì 15 novembre 2013

Pablo Picasso, l'idea e l'espressione | Una foto in bianco e nero del 1947

Quando ho trovato qualche cosa da esprimere, l'ho fatto senza pensare al passato o al futu­ro. Non credo di aver usato elementi radicalmente differenti nelle mie differenti maniere; se i soggetti che ho voluto esprimere mi hanno suggerito dei differenti modi di espressione non ho mai esitato ad adottarli. lo non ho fatto esperimenti né prove. Quando ho qualche cosa da dire, la dico nel modo che mi sembra più naturale. Motivi differenti, inevitabilmente richie­dono differenti metodi di espressione. Questo non implica evoluzione o progresso ma adat­tamento dell'idea che uno vuoi esprimere ai modi per esprimere quest'idea.

Pablo Picasso 1947

sabato 9 novembre 2013

Visione pitagorica: massa e materia | Franz Wilczek, premio Nobel per la fisica

Il mondo come concetto, algoritmo e numero

Concluderò con poche parole circa il più ampio significa­to di questi sviluppi per la nostra concezione del mondo.
Un obiettivo importante della fisica teorica è descrivere il mondo con la massima economia di concetti possibile. Anche solo per questa ragione, è un importante risultato il fatto che possiamo in larga misura eliminare la massa come una pro­prietà indipendente, che siamo stati costretti a introdurre per poter descrivere accuratamente la materia.
Ma c'è di più. Le equazioni che descrivono il comporta­mento delle particelle elementari diventano fondamentalmen­te più semplici e simmetriche quando la massa delle particelle è nulla. Così, eliminare la massa ci permette di aggiungere sim­metria alla nostra descrizione matematica della natura.
La comprensione dell'origine della massa, così come l'ho brevemente delineata, è la più perfetta realizzazione che ab­biamo di quella visione pitagorica- che ha ispirato molti lungo i secoli - per cui il mondo può essere costruito con concetti, al­goritmi e numeri. La massa, proprietà apparentemente irridu­cibile della materia e sinonimo proverbiale di resistenza al cambiamento e di indolenza, appare così riflettere un armo­nioso gioco di simmetria, incertezza ed energia. Impiegando questi concetti, e gli algoritmi che essi suggeriscono, puri cal­coli producono i valori numerici delle masse delle particelle osservate.
Tuttavia, come ho già detto, la nostra comprensione del­l'origine della massa è ancora incompleta. Abbiamo raggiunto una bella e profonda comprensione dell'origine di maggior parte della massa della materia ordinaria, ma non di tutta la materia. In particolare, rimane profondamente misterioso il valore della massa dell'elettrone, persino nelle nostre più raffi­nate speculazioni riguardanti l'unificazione delle forze e la teo­ria delle stringhe. La materia ordinaria, lo abbiamo recente­mente appreso, costituisce solo una piccola frazione dell'inte­ra massa dell'universo. Sicuramente rivelazioni più belle e più profonde attendono di essere scoperte. Noi continuiamo a in­vestigare concetti e teorie che ci permettano di comprendere l'origine della massa in tutte le sue forme, svelando un numero sempre maggiore delle simmetrie nascoste della natura. 
La musica del vuoto, Franz Wilczek

Photodraw, elaborato digitale - Gianluca Salvati - 2008

venerdì 8 novembre 2013

Nietzsche: arte dei sogni e immaginazione | Ciclista in bianco e nero, smalti su cartone

Come osserva Nietzsche, nei propri sogni ogni uomo è un artista. Nessuno scrittore ha l’abbondanza di immaginazione del meno brillante dei sognatori. Chi è stupido di giorno sarà un maestro di fantasia la notte.
[…]  Come farà lo scrittore da sveglio ad affrontare tale prolissità ?
Il segreto, per il romanziere, è di essere insieme sveglio e in sogno. La disciplina è tutto. La creazione artistica è l’applicazione di leggi non specificate ad una materia incoerente. Edmund Wilson parla con ammirazione della “classica equanimità” di Henry James nel trattare forze diverse, o della sua “combinazione, altrettanto classica di duro realismo e armonia formale”.
Il sogno dev’essere ritagliato, plasmato, modellato, lucidato. La mera invenzione è mera invenzione; chiunque può tirar fuori una storia di fantasia dal nulla, ma solo l’artista può darle solidità e farla sembrare una necessità. L’opera d’arte è, a un certo, fondamentale livello, la soluzione palese a un problema tecnico. Un romanzo non è affatto come la vita, eppure può sembrare più appassionante della vita stessa.
John Banville

Ciclista, smalti su tela - Gianluca Salvati - 1994

mercoledì 6 novembre 2013

Filippo IV: Velasquez e Rubens di Pablo Picasso

Velazquez ci ha lasciato l'immagine degli uomini della sua epoca; senza dubbio essi erano differenti da come egli li ha dipinti, ma noi non possiamo concepire un Filippo IV in nessun altro modo da come lo ha dipinto Velàzquez. Anche Rubens ha fatto un ritratto dello stesso re, ma sembra un'altra persona. Noi crediamo in quello dipinto da Velàzquez perché egli ci convince col diritto della potenza.
Pablo Picasso

Pablo Picasso

martedì 5 novembre 2013

L'incendio cromatico di Delacroix | Degas e la modernità

L’incendio cromatico di Delacroix, quella stesura opulenta, imperfetta, erano in fondo l’antitodo al nitore un po’ gelido della tavolozza di Ingres, e riversavano in una lingua moderna il lascito antico dei coloristi, da Veronese a Tiziano, a Tintoretto a Rubens.
E’ qui il segreto del grande Degas “pittore della vita moderna” spregiudicato e inventivo, ma anche copista geniale dei classici (Mantegna, Pontormo, Beato Angelico, Raffaello, Leonardo); nutrito di tradizione ma proiettato sulle avanguardie. Simile, in questo, a Edouard Manet, nella giunzione difficile e disperatamente cercata fra antico e moderno, passato e presente. Ci hanno insegnato – scriveva il poeta Paul Valéry parlando di alcuni pittori – che gli antichi portano l’orologio al polso! Cioè appartengono alla modernità.
Anna Ottani Cavina
Lory, acrilici su carta - Gianluca Salvati 1996

lunedì 4 novembre 2013

Arte e scienza - Tradizione/innovazione | Scienza lineare e vita delle forme, di Giorgio Celli

Spesso, lo scienziato è, nelle arti un “passatista”, all’avanguardia nel suo campo e alla retroguardia in quello estetico.
[…] Se è vero che esiste uno scienziato rivoluzionario che sposta la terra dal centro dell’universo mettendo al suo posto il sole, e un altro scienziato che si limita a scoprire qualche nuovo corpo stellare, l’innovatore e il routiniere insomma, esiste del pari un artista che innova, e un artista che coltiva l’orto concluso della tradizione, magari migliorandola. In parole povere, il primo sostituisce un fare con un altro fare, mentre il secondo fa meglio il fare di sempre, e lo fa senza porlo in forse, o superarlo.

Cow boy, tecnica mista su carta - Gianluca Salvati 2013

[…] In realtà, il punto di incontro possibile tra la scienza e l’arte del Novecento si trova, se mai, su quel confine tra la qualità e la quantità che è abitato dalla forma. Il positivismo si fondava su di una scienza lineare, di vettori e di sommatorie.  A poco a poco, si è cominciato a considerare che bisogna, per capirci meglio, sostituire le somme con le forme, e la psicologia della Gestalt è stata la prima a lanciare l’idea.
Per non parlare di Goethe, in chiave più mistica. Anche in biologia è diventato sempre più chiaro come una proteina non sia una semplice catena di amminoacidi, ma che la sua struttura terziaria ha proprietà che derivano proprio dal suo aspetto formale.
In parole povere, come scriveva Renè Thom, “lo studio recente di diversi enzimi (il lisozima, per esempio) ha mostrato l’aspetto eminentemente morfologico di molte reazioni enzimatiche”.
La forma è un aspetto di quella complessità, e qui Barrow sfiora il bersaglio, in cui scienza e arte diventano le due facce di una stessa medaglia. Vita delle forme, per citare Focillon.
Giorgio Celli

Frank Auerbach, Head of William Feaver II, 2008

domenica 3 novembre 2013

Pablo Picasso, il valore della ricerca | Le intenzioni e i fatti

Mi riesce difficile capire l'importanza che viene data alla parola "ricerca" nei riguardi della pittura moderna. Secondo me il ricercare, in pittura, non significa nulla. Trovare: que­sto è il problema. Nessuno può essere interessato a seguire un uomo che con gli occhi fissi per terra passa la sua vita cercando il portafoglio che il caso può aver buttato sulla strada. Chi trova qualche cosa, non importa cosa, anche se la sua intenzione non era di cercarla, suscita almeno la nostra curiosità, se non la nostra ammirazione.
Sono stato accusato di commettere molti peccati: ma l'accusa più falsa è che io abbia, come principale obiettivo del mio lavoro, lo spirito di ricerca. Quando io dipingo, il mio scopo è di mostrare quel che ho trovato e non quello che sto cercando. In arte le intenzioni non sono sufficienti e, come diciamo in Spagna, l'amore deve essere provato con i fatti non con gli argomenti. Conta quel che si fa, non quel che si ha intenzione di fare.
Pablo Picasso

Pablo Picasso, le mani

sabato 2 novembre 2013

Vita d'artista - Tropico del Cancro, Henry Miller

“Ma cosa son diventato, perdio! Che diritto avete voialtri d’ingombrar la mia vita, di rubare il mio tempo, di frugarmi nell’anima, di succhiarmi il pensiero, di volermi vostro compagno, confidente e informatore? Per chi mi avete preso? Son forse un attore salariato per recitare tutte le sere, dinanzi ai vostri musi da schiaffi, la commedia dell’intelligenza? Son forse uno schiavo comprato e pagato che debba inchinarmi ai vostri capricci di sfaccendati e offrire in omaggio tutto quello che so e fo?
“Io sono un uomo che vorrebbe una vita eroica e render più sopportabile il mondo ai suoi occhi. Se in qualche momento di debolezza, di abbandono o di bisogno, scaglio nel mondo qualche sdegno raffreddato in parole, qualche sogno infagottato in immagini, pigliatelo o buttatelo via, ma non mi seccate.
“Sono un uomo libero; ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo, ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, colla sola musica del mio cuore.  Cosa volete da me? quel ch’io voglio dire lo stampo; quel che voglio dare lo do.  La vostra curiosità mi fa stomaco; i vostri complimenti mi umiliano; il vostro tè mi avvelena.  Non debbo nulla a nessuno e ho da fare i conti soltanto con Dio; se esiste.”
A me sembra che Papini manchi per un pelo qualcosa, quando parla del bisogno di essere solo. Non è difficile essere solo se sei povero e fallito. Un artista è sempre solo, se è un artista. No, un artista ha bisogno di solitudine.
Artista, mi chiamo. E così sia. Un bel sonnellino, nel pomeriggio, che mi mette il velluto fra le vertebre.  Proliferato idee bastevoli per tre giorni.  Scoppio di energia, ma a vuoto. Decido di fare una passeggiata. Per strada cambio idea. Decido di andare al cinema. Non posso andare al cinema, i soldi non bastano. Allora passeggio. A ogni cinema mi fermo a guardare i cartelli e poi i prezzi. Costano poco, questi spacci di oppio, ma quei pochi soldi mi mancano. Se non fosse così tardi, potrei fare un salto a casa e vendere una bottiglia vuota.
Tropico del Cancro, Henry Miller

Faces, olio su cartone - Gianluca Salvati - 1997